Super Nintendo Mini, tra nostalgia e riflessioni su quello che è diventato il gaming
Il giorno del lancio di Super Nintendo Mini eravamo già lì, nel nostro centro commerciale di fiducia, pronti a portarci a casa una copia di questo pezzo di passato, riproposto in chiave contemporanea, con alimentazione USB e presa HDMI.
Ma acquistare una console così non significa soltanto un tuffo nel passato, un nostalgico tira e molla tra i sentimenti che raggiungi verso le tre decadi di registrazione all’anagrafe. Significa la necessità di semplificare, di ridurre quel flusso di lavoro neuronale a cui siamo sottoposti anche quando dovremmo, in un certo senso rilassarci sul divano, per tornare a giocare insieme, spalla a spalla, io Donkey Kong e tu Diddy.
Qualcosa che avevamo perso di vista negli ultimi 15 anni, insomma.
Provate a riascoltare questo, poi ne riparliamo.
L’evoluzione del multiplayer online, la disponibilità di titoli free roaming, l’impossibilità di mettere la parola fine a un gioco, sono tutte caratteristiche delle nuove generazioni di console che, mettetela come volete, ci hanno avvicinato al mondo ma allontanato dai nostri amici. Quelli con cui ci si vedeva il sabato pomeriggio e con cui ci si perdeva in interminabili sfide di Super Mario All Stars, sono stati sostituiti da giocatori che vivono a chilometri di distanza da noi e che consideriamo come un computer un po’ più strano e pazzo nei movimenti.
Che cosa ci resta di quei momenti in cui la scuola era l’unico pensiero?
Ci resta il Super Nintendo Mini, ci resta la voglia di farci una risata quando ci rendiamo conto che da bambini eravamo molto più bravi a superare il primo livello di Super Ghouls and Ghost.
Qualche detrattore in rete ha detto: “sì, ma io ci ho sempre giocato sul computer con gli emulatori”; altri giovani nati e cresciuti dopo il 2000 sono affascinati da questa strana scatola che il fratello maggiore ha sempre tenuto off limits nella sua cameretta. La verità è che Nintendo ci sta provando a riavvicinarci con i nuovi prodotti come Switch ma l’inversione di rotta è impossibile.
Non si tratta, lo dico ancora una volta, di nostalgia. Si tratta di un sistema diverso, di semplicità.
Oggi si parla di videogamer pro, di esperti del gioco. Bene, ma quando abbiamo smesso di divertirci?
Io ho comprato un Super Nintendo Mini, ci giocherò tutte le volte che avrò bisogno di capire quando è il momento di dire: less is more.