Ci hanno massacrato con ogni genere di pubblicità e di réclame negli ultimi due mesi, ma finalmente siamo riusciti a vedere la luce o, meglio, il lato oscuro della forza ancora una volta.
Da grande fan di Star Wars è portatore del verbo Transmediale di George Lucas, non potevo non amare questo film, qualunque risultato avrebbe potuto portare un franchise prodotto da Disney e diretto da quel capello pazzo di JJ Abrams che, ancora una volta, si rivela un regista con gli attributi. Now “lens flare free”, reciterebbe una possibile etichetta.
È difficile fare un nuovo star wars che piaccia a tutti ed è difficile, in un certo senso, ricominciare da capo. Abrams riesce a inserire la giusta quantità di easter egg nel film senza strafare e permettendo ai fan più nostalgici di abituarsi alle novità introdotte nella saga. Innanzitutto tra i protagonisti non ci sono Jedi, e si vede tutto. La forza non è più una questione filosofica, una legge che domina la galassia, ma qualcosa più simile ad un’utopia irrealizzabile, un super potere che Rey scopre di poter dominare. Allo stesso modo Kylo Ren non ha ancora le capacità giuste per essere definito un Sith. È ancora forte il contrasto tra luce e ombra dentro il giovane apprendista e solo il tempo farà uscire fuori le risposte a tutte le domande.
Anche i combattimenti con le spade laser non sono epici ma un bel po’ cafoni: gli affondi di Rey nelle scene finali ne sono un vero e proprio esempio. Questo, attenzione, non rappresenta un errore ma una vera e propria dimostrazione che, per dirla alla Maestro Yoda, “Usa la Forza per saggezza e difesa. Mai per attaccare!”. Da questo punto di vista gli altri due film in programmazione ci saranno d’aiuto per definire meglio il profilo dei nuovi protagonisti della saga e la loro crescita.
Volendola mettere sul piano delle differenze tra il vecchio e il nuovo, senza necessariamente pensare che questa nuova trilogia ha la pretesa e l’arroganza di resettare tutta la storia originale, Abrams convince molto nel gestire la vecchia tecnologia dei film della triilogia originale con i nuovi ingressi elettronici. Anche i personaggi sembrano mantenere quel retrogusto estetico che ha reso Star Wars qualcosa al di fuori del tempo e dello spazio, in una galassia lontana lontana, per l’appunto. Manca, forse, la scena in cui viene tagliato un braccio, sostituita da un nuovo braccio rosso fiammante per C3-PO.
Cosa troviamo di Star Wars in questo film? Tutto. Probabilmente non abbiamo ancora la sensazione di trovarci davanti a un film pensato e diretto da Lucas per un solo semplice motivo: il creatore originale aveva pensato tutta la saga come un’epopea a protagonista unico, Anakin Skywalker. Nel momento in cui lasciamo il protagonista principale a favore di un ideale da proteggere e conservare, Vader diventa solo un simbolo della Forza, qualcosa in cui credere.
L’universo creato da Lucas non può risolversi in una sola recensione, siamo ancora lontani dal capire che cosa succederà e come andrà avanti la storia con questa nuova armata disneyana, ma al momento ho trovato il primo film più che convincente. Forse ancora più convincente di un piacevole (i fan più agguerriti mi vorranno linciare) episodio I. Ovviamente questa mia affermazione sta semplicemente nel fatto che “Il Risveglio della Forza” rappresenta semplicemente un nuovo inizio.
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