Abbiamo provato Max: The curse of brotherhood su Nintendo Switch, ecco le nostre impressioni.
Tra tutti i giochi che vanno giocati su Nintendo Switch la versione di Max: The curse of brotherhood è sicuramente un titolo da recuperare.
Max: The curse of brotherhood è un puzzle-platform che nasce come sequel di Max & the Magic Marker, un gioco uscito qualche tempo fa anche su Nintendo DS. Il gioco si apre con una bellissima animazione in stile Pixar, nella quale vediamo Max esasperarsi dinanzi all’ennesimo tentativo di suo fratello minore Felix di fargli perdere la pazienza. Per questo motivo, come biasimare il giovane Max per aver cercato su “Giggle” il modo per allontanare il piccolo di famiglia dalla sua cameretta? La lettura ad alta voce di un incantesimo arcaico aprirà un portale nel quale Felix viene risucchiato e darà inizio all’avventura di Max, in un mondo magico e pieno di nemici da sconfiggere.
Vi dirò la verità, non si tratta di un gioco particolarmente difficile, tanto che con un bel po’ di abilità è possibile concludere l’intero walkthrough in circa 3 ore, ma prendendovela con calma il gioco durerà almeno 7 o 8 ore.
Suddiviso in alcuni capitoli, il gameplay è strutturato in mondi a tema come foreste e zone vulcaniche in un’avventura che aumenta di intensità man mano che ci avviciniamo al nostro obiettivo finale.
Su switch, in ogni caso, la parte migliore è quella in cui dobbiamo utilizzare una “penna” per risolvere alcuni puzzle. Se per Xbox One e Playstation 4 venivamo aiutati dal pad o dal sensore touch, stavolta sembra che la Switch sia la console definitiva per far girare questo gioco.
Difatti, il livello di esperienza in modalità portatile con il touch screen aumenta notevolmente quando dobbiamo utilizzare l’intera console per poter andare avanti, interagendo con gli oggetti presenti nel gioco. Ci troveremo così ad alzare piattaforme per poter procedere, a creare forme con l’acqua o a spostare oggetti intorno a noi.
La limitazione del gioco sta forse nell’impossibilità di poter interagire con tutti gli elementi intorno a noi, ma per qualche minuto di divertimento non ci si fa nemmeno tanto caso.
La struttura dei puzzle e dei boss non è particolarmente complessa, tanto che se avete un po’ di dimestichezza con i giochi di Mario come l’ultimo Super Mario Odissey, vi troverete a risolvere alcuni livelli con particolare facilità.
In definitiva è un gioco che non brilla per storytelling ma è da provare soprattutto per le ambientazioni e per il design che risulta davvero eccezionale, un piacere per gli occhi.
Si tratta di un gioco che consigliamo a un pubblico di giovanissimi ma che fa divertire anche chi cerca un titolo per Switch che non costi troppo e consenta di far passare il tempo in attesa al gate dell’aeroporto attraverso magici mondi.
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