Perchè The Walking Dead è il miglior caso di Transmedia Storytelling dopo LOST
Il TRANSMEDIA STORYTELLING è un modo innovativo e complesso di raccontare storie per mezzo di più mezzi di comunicazione, sfruttando racconti capaci di cambiare a seconda del linguaggio usato dal pubblico e delle piattaforme in grado di declinare contenuti editoriali.
Henry Jenkins nel suo testo del 2006 Cultura convergente, la definisce come una comunicazione che, muovendosi attrerso diversi tipi di media, contribuisce ad ogni passaggio con nuove e distinte informazioni all’esperienza dell’utente. Usando diversi formati di media, si contribuisce a creare dei “punti di entrata” attrerso i quali l’utente può immergersi completamente nella narrazione. L’obiettivo di questa immersione è di decentralizzare il rapporto tra autore ed utente.
I produttori di Lost, durante la seconda stagione della serie televisiva, riuscirono a portare la storia su un secondo livello di narrazione, estrapolando alcuni elementi dalla diegesi principale e rendendoli disponibili alla fruizione online con i vari casi di interazione di cui ricordiamo in questo caso il più importante ovvero la LOST Experience. In questa esperienza il pubblico era chiamato a ricostruire gli indizi che gli autori lasciano, al fine di attendere con più piacere la prossima puntata o stagione e di leggere la storia da un secondo o terzo punto di vista, analizzando tutto ciò che l’universo LOST eva da offrire.
In questo modo era possibile generare due tipologie di fruizione: una diretta con la visione della serie, l’altra condivisa e co-partecipata, nella quale i fan caricano in rete un freeze-frame della puntata, e insieme facevano ipotesi sulle possibili attività sull’isola. In questo modo era possibile ricevere un feedback diretto atto a generare valore aggiunto alla scrittura delle stagioni successive alla seconda.
The Walking Dead è una storia che nasce nel 2001, dalla voce di Robert Kirkman, talentuoso fumettista, che immaginò una nuova frontiera del racconto dell’after-death lasciandosi alle spalle la fortunata tradizione di George Romero e proponendo una versione post-apocalittica basata più che sulla soprvivenza, sulla descrizione dei rapporti sociali e psicologici tra gli uomini, costretti ad inventare un nuovo mondo.
[banner size=”300X250″]
Da questo punto di vista, JJ Abrams (creatore di LOST) e Kirkman hanno poco da confrontarsi. Entrambi inventano un mondo di riferimento nel quale i loro personaggi si incontrano, si scontrano, si relazionano, muoiono, vivono, ritornano. Tipico della narrazione transmediale è la creazione di un universo (o di un multiverso) nel quale far interagire i propri personaggi su diversi media di riferimento.
Ed è qui che si trova la transmedialità tipica della produzione The Walking Dead.
Già dalla traduzione in serie televisiva assistiamo ad una sorta di narrazione differenziata, come se gli eventi di cui si parla non siano stati adattati ad un pubblico televisivo, ma trasformati in fore di un differente approccio dei personaggi alle scelte ed alle situazioni che sono stati chiamati ad affrontare.
Se nel fumetto il governatore taglia la testa a Tyreese, mentre nel film Herschel subirà la stessa sorte, il motivo di questo cambiamento sta nella differente interazione tra i personaggi con il capo-gruppo, Rick Grimes.
La modifica all’universo narrato nella versione a fumetti ha senso nel momento in cui analizziamo la presenza di due personaggi che prendono vita unicamente nella serie televisiva: stiamo parlando dei fratelli Dixon, Merle e Daryl, che raggiungono il gruppo ad Atlanta dopo circostanze sconosciute.
Ed è qui che entra in gioco l’elemento transmediale. Se vogliamo conoscere la storia dei due fratelli prima di incontrarsi con il gruppo di soprvissuti, possiamo giocare al videogioco The Walking Dead: Survival Instinct per approfondire tale argomento e interagire con i personaggi della storia.
All’universo videoludico appartiene anche un altro titolo, diventato Game of the year nel 2013, intitolato The Walking Dead e che narra la storia di un soprvissuto che incrocerà alcuni personaggi del mondo della serie televisiva. Il titolo è già arrivato alla seconda stagione ed è suddiviso in episodi.
Possiamo inoltre parlare dei webisode usciti durante le pause tra una stagione e l’altra della serie TV che approfondivano alcuni personaggi tra cui la bycicle girl, apparsa nella prima puntata della prima stagione in TV.
Infine, AMC produrrà uno spin-off intitolato The Walking Dead: Los Angeles che ci porterà in California con i ritornanti che infestano il Santa Monica pier.
Chissà cosa ci aspetta.