Il nostro debole per le copertine di Fazi Editore
“Mai giudicare un libro dalla copertina”
Generalmente siamo d’accordo con questa perla di saggezza, ma si sa l’eccezione che conferma la regola è sempre dietro l’angolo.
Sopratutto se la strada è quella di FaziEditore.
Sfido chiunque di voi ad andare sul loro sito, sfogliare il catalogo online e chiudere con non curanza la pagina senza aver trovato neanche un libro interessante o dalla favolosa copertina.
Ne abbiamo letti due, finora, e ve ne vogliamo parlare.
La pienezza della vita
di Wilhelm Schmid
Viviamo in un’epoca in cui la promessa di una felicità permanente ha ormai rivelato i suoi limiti: tutte le presunte “formule per la felicità” hanno disatteso le aspettative dell’uomo contemporaneo, che troppo spesso si ritrova insoddisfatto proprio a causa della sua pretesa di essere felice a tutti i costi. In La pienezza della vita, raccolta di brevi riflessioni su un’idea differente di felicità, Schmid si rifà alla tradizione filosofica del frammento tanto cara a Montaigne. L’autore presenta cento frammenti, appunto, di una felicità ampia e concreta, derivante dalla complessità della vita, invitando il lettore ad apprezzarne la contraddittorietà fatta di gioia e angoscia, di speranza e delusione. Perché accettare le diverse sfumature di ogni momento, cogliendone i frammenti di felicità presente o passata, possibile o impossibile, sognata o perduta, è infatti l’unico mezzo che abbiamo per poter godere della pienezza della vita.
Nella nuova opera di Schmid, la visione filosofica già affrontata in Serenità e L’arte dell’equilibrio viene approfondita e ampliata con la vivacità e la leggerezza che caratterizzano il peculiare stile argomentativo del più apprezzato filosofo tedesco vivente.
Lo sguardo rivolto alle cose ordinarie – alzarsi dal letto la mattina, stare seduti su una sedia, infilarsi i calzini, mettere via una vecchia giacca – può offrire un’opportunità straordinaria. Le fatiche quotidiane, infatti, non si sottraggono alla verità, alla nostalgia, alla rabbia e all’irritazione.
E per quanto la sua vuotezza, gli eccessi che la caratterizzano, l’imprevedibilità e la contraddittorietà che la qualificano possano dare l’impressione che la vita sia assurda, i suoi frammenti potranno far emergere alcune connessioni in grado di dare senso a molte delle nostre esperienze.
Che dire di questo libro…si legge davvero in poco tempo per la scorrevolezza e gli spunti di lettura. E’ di fatto un saggio filosofico, diviso in quattro parti come le stagioni dell’anno e dell’esistenza umana.
Non amo in genere questa tipologia di libro, perchè per gusto personale preferisco i romanzi, ma questo non vuole essere tracotante e didattico come molti altri: vuole invece, e ci riesce perfettamente, dare spunti di riflessione. Alcuni appaiono già conosciuti, altri forse superflui, ma ci si accorge che germogliano pian piano nella coscienza fino a regalare consapevolezza.
Cambio di rotta
di Elizabeth Jane Howard
Emmanuel e Lillian Joyce sono una coppia di mezz’età appartenente all’alta borghesia londinese ebraica e cosmopolita. Lui è un drammaturgo di successo, lei, più giovane del marito, è una donna fragile, raffinata e mondana. A mediare tra i due, il manager tuttofare Jimmy Sullivan. I Joyce conducono una vita da girovaghi: Londra e New York per il lavoro di Emmanuel, ma anche frequenti vacanze in varie località del Mediterraneo. Emmanuel tradisce Lillian con molta disinvoltura, con le giovani attrici e le segretarie che subiscono il suo carisma; complice anche l’abile lavoro di Jimmy, Lillian accetta con rassegnazione le infedeltà del marito e conduce una vita ovattata. Quando c’è bisogno di una nuova segretaria, entra in scena Alberta, una ragazza molto giovane e ingenua che proviene da una numerosa famiglia di campagna e si ritrova catapultata all’improvviso in un mondo a lei del tutto sconosciuto. Mentre i due uomini cominciano a subire il fascino semplice della ragazza e Lillian inizia a temere che Alberta diventi la prossima amante di suo marito, l’irrequieto quartetto si trasferisce su un’isola greca, dove le dinamiche fra i quattro personaggi prenderanno una piega inaspettata…
Dall’autrice della saga dei Cazalet, un romanzo dalle atmosfere tutte nuove: con la finezza e l’eleganza che ben conosciamo, Elizabeth Jane Howard racconta la mondanità, la vita agiata dell’élite culturale, il mondo sfarzoso e nevrotico del teatro di fine anni Cinquanta. È attualmente in fase di lavorazione un film tratto da questo romanzo; regista e protagonista sarà l’attrice inglese Kristin Scott Thomas.
All’uscita, nel 1959, questo romanzo fu incluso insieme a Lolita di Nabokov fra i migliori libri dell’anno da «The Sunday Times».
«Cambio di rotta è un quartetto d’archi, plasmati e interconnessi in maniera meravigliosa. Alberta ha il guizzo di un’eroina di Turgenev. Questo non è un libro da donne, è un libro per tutti noi».
«The Observer»
«Howard è un’osservatrice davvero acuta del comportamento umano. I suoi volumi sono costruiti con tocchi minuscoli e brillanti… È questa la vera magia di Howard: la sua umanità trascende l’individuo».
«The Sunday Times»
«Una narratrice trascinante, avveduta e accurata nell’osservazione umana, con un orecchio affilato per il dialogo, che ha eletto la lingua inglese come suo oggetto di piacere».
«The Guardian»
Mi è piaciuto abbastanza, è ricco di cose inaspettate che rendono la storia avvincente e appassionante. I personaggi nell’arco narrativo crescono, cambiano, e questo viene percepito sin dalle prime pagine.
Ancora una volta E.J.Howard conferma la sua bravura di una scrittrice che non solo sa coinvolgere i lettori, ma anche stupirli, emozionarli, educarli alla lettura.
Non voglio fare spoiler pericolosi, quindi vi auguro una buona lettura e fateci sapere, se li acquisterete, cosa ne pensate!