Gli inediti di X-Factor 9 dimostrano che siamo un paese anglofono lontano da Sanremo #XF9
Ieri sera si sono consumate le semifinali di uno dei programmi televisivi più seguiti in Italia nel 2015. Con circa 4 milioni di voti per tutti i partecipanti a questa puntata sono stati mandati a casa uno dei gruppi più interessanti della scena musicale italiana: i Moseek.
Vittime e carnefici di una musica suonata senza troppi tecnicismi, hanno abdicato a favore della giovane regina Enrica che passa alle finali con un inno al vero soul durante la fase di ballottaggio.
Durante la serata sono stati però presentati i brani inediti che hanno dato la possibilità a tutti i partecipanti di esprimere (bene o male) la loro vena artistica.
Elliot dei Moseek è il brano che è sicuramente meno riuscito durante l’esibizione ma che si presenta come quello più prodotto e ricco di commistioni tra il genere rock e l’elettronica. Le percussioni e i sintetizzatori martellano l’ascolto e la voce di Elisa, cantante della band, va in loop con la frase portante del brano. Un singolo ricco di costruzioni geometriche ma con l’anima rock.
Nonostante Davide non sia mai stato tra i miei preferiti della competizione, è valsa la pena ascoltare il suo singolo di presentazione che gli vale un biglietto d’oro per la finale. Questo brano è sicuramente il più interessante tra tutti i partecipanti a questo importante contest. Non si ha mai l’impressione di avere a che fare con una produzione italiana per un esordiente, indipendentemente dall’interesse che pongono le major nei confronti di questi artisti. Davide è un soul maker e la bravura di Elio come suo giudice è stata quella di portarlo su un percorso fedele a sé stesso, senza rischiare di scemare nello sperimentalismo da giudice novizio come è accaduto per la neofita Skin. My soul trigger è un brano che racconta le origini e lo fa con la stessa vena di un ragazzo di colore delle piantagioni americane di inizio secolo scorso, con la differenza che Davide non è Africano, nonostante Palermo non sia poi così distante dal continente nero (paraponzi-ponzi-pò).
Ma veniamo ai nostri compaesani! Gli Urban Strangers sono sicuramente i favoriti di X-Factor 9 e lo stanno dimostrando a colpi di ascolti online e vendite su iTunes, prima che di voti al programma serale in onda su SkyUno. Il brano non è tra i miei preferiti, onestamente, ma suggella sicuramente la passione per il duo campano nei confronti del pop-rock nonostante la preferenza di tutti i fan si ponga nei confronti dell’acoustic rock. Una buona prova per gli Urban Strangers che, sicuramente, rappresentano la band con più ampio argine di crescita di tutta la nona edizione di X-Factor Italia.
Il brano di Enrica è stato scritto nientepocodimenoche…da Skin in persona. Nonostante la presentazione di questo brano da fuochi d’artificio, è probabilmente il brano meno forte tra tutti gli inediti, scritto da una grande compositrice ma quasi sicuramente adattato ad una versione pop, da una precedente produzione rock. In questo modo Enrica non si accosta né al brano (lei ha una matrice prettamente soul), né al genere rock di cui Skin rappresenta uno dei maggiori esponenti internazionali. Sicuramente un brano radiofonico, ma ogni tanto il suono del file Midi da 16 bit è dietro l’angolo.Spesso questo brano si avvicina a una composizione in puro stile Disney, che le grandi orecchie da topo siano in arrivo?
Ultimo ma non per importanza, Giosada, che ci ricorda che siamo ancora in Italia ma con un brano che porteremmo aolo a Sanremo. Purtroppo anche Giosada ha dato il meglio di sé nella lingua nostrana soltanto con il cantautoriale. D’altronde non ha mai nascosto di essere un cantautore di default. Cantare una ballad alla Francesco Renga non rende giustizia alla bravura di un artista come Giosada che può davvero introdursi nel mercato musicale italiano e fare la differenza in termini di rock, dopo un egemonia fatta di Negramaro e compagnia bella. Bravo, ma si deve impegnare di più.