Un corto smaschera Facebook e ci apre la mente
#FollowYourDreams.
Ma chi li condivide dvero i propri sogni?
Se i social sono diventati dvero il cassetto in cui riponiamo tutte le nostre speranze e le nostre vite allora l’umanità è dvero alla frutta. Ho abbandonato Facebook nel momento in cui mi sono reso conto che sto per perdere tutto: la mia identità, i miei amici veri, la mia speranza. Da quando ne sono uscito ho capito realmente chi sono, cosa mi piace dvero e quanto sono preziosi i miei pensieri, quelle stesse emozioni che voglio condividere solo con chi mi sta dvero accanto, quegli venimenti che possono ridare un valore alla domanda “cosa mi racconti di bello?”.
D’altronde ci evate mai pensato che mentre voi siete in macchina per andare al loro a Napoli, a Ciampino un postino sta consegnando una lettera?
Siamo destinati a credere che tutto esiste in base al nostro social-centrismo.
E se allora è vero che siamo tutti degli storyteller, che abbiamo tutti in mano la potenzialità di raccontare un momento perfetto con uno scatto fotografico, se la democrazia digitale ci ha dvero collegati nella grande rete, significa che non ci rendiamo conto che siamo imprigionati nella stessa rete di una grande tonnara.
Shaun Highton ci racconta nel suo corto “What’s on your mind” la crudeltà dei social, cercando di dimostrare, con estrema semplicità, il processo di serializzazione che sta consumando la società contemporanea.
Il risultato? Un fiume di clic. E poi tutti a condividere su facebook, insieme alla cena di stasera.